Română | Italiano
HomeNotizie201924 Aprile: Lettera Pastorale per la Risurrezione del Signore di SB Card. Lucian Mureşan
Archivio foto
Anno: 2020 » Evento: La giornata dell’IA presso la Parrocchia Greco-Cattolica „Santi Tre Gerarchi” a Roma Nord » Titolo: 11659.jpg

Anno: 2020

Evento: La giornata dell’IA presso la Parrocchia Greco-Cattolica „Santi Tre Gerarchi” a Roma Nord

Titolo: 11659.jpg

Notizie

Lettera Pastorale per la Risurrezione del Signore di SB Card. Lucian Mureşan

Lettera Pastorale per la Risurrezione del Signore di SB Card. Lucian Mureşan

† Il Cardinale Lucian
per grazia di Dio e misericordia del Buon Dio,
Arcivescovo e Metropolita
dell’Arcieparchia di Alba Iulia e Făgăraş,
Arcivescovo Maggiore
della Chiesa Romena Unita con Roma, Greco-Cattolica,
in piena comunione di fede
con la Santa Sede Apostolica di Roma
          
All’Onorato clero concelebrante,
ai pii monaci e monache,
ai diletti fedeli greco-cattolici
ed a tutti i cristiani che amano Dio
          
Diletti Fedeli,
da due millenni, Gesù Cristo, il Risorto, illumina le oscurità dell’intera umanità. Con la Sua potenza annienta la paura degli uomini lungo i secoli e fa svanire il dubbio di coloro che dubitano: Non abbiate paura... Io sono con voi”: La Festa delle Feste, la Risurrezione di Gesù, è il momento supremo di grazia e di rinnovamento che ci provoca e ci invita ad approfondire i fondamenti della nostra Fede. Dai tempi più antichi sino ad oggi, la Risurrezione del Signore è la pietra di inciampo per tutti coloro che, non potendo comprendere il mistero ed il progetto di salvezza deciso da Dio, preferiscono rifugiarsi nell’agnosticismo o nella superstizione. È oggi occasione di stoltezza per coloro che giungono a respingere tutto quello che la ragione limitata dalla condizione umana, non può capire e penetrare.
Noi, invece, siamo discepoli di Colui che è risorto e ci siamo ritrovati in Chiesa nella Settimana santa, per meditare il mistero della salvezza ed il profondo legame con la nostra vita concreta. Abbiamo meditato sulla preghiera di Gesù nell’Orto degli Ulivi e poi il Suo silenzio dinnanzi a Pilato ed al Sinedrio. Siamo stati accanto a Lui dinnanzi ad Anna e a Caifa. Abbiamo seguito la Madre dei Dolori, quando accompagnava al luogo della Passione Suo Figlio. L’abbiamo abbandonato anche noi, con tutti, come gli Apostoli, presi dalla paura e dal dubbio, e ci siamo nascosti nel chiasso dei villaggi e delle nostre città, per non sentire le grida della moltitudine e neppure la flagellazione del cortile dei moderni successori di Pilato. L’abbiamo seguito sulla Sua Via Crucis, ma da lontano, spaventati da quello che accade ed abbiamo pensato alle nostre croci. Guardavamo i rami di palma che giacevano ancora giù da Domenica scorsa e non ci veniva di credere che dall’ „Osanna” sino al „CrocifiggiLo” non c’era che un piccolo passo, nei Vangeli cone pure nella nostra vita. Soverchiati dal terrore abbiamo detto, forse anche noi per molte volte quella bugia vile che non abbiamo altro re che Cesare. „ Si è compiuto!” gridò il Crocifisso e noi Gli abbiamo cantato il funerale, impauriti, vedendo porre Colui che è la Vita nel sepolcro. Abbiamo udito il lamento della Chiesa il Sabato Santo, quando ci si suggerisce: „Resti muto ogni mortale e stia con timore e spavento e non mediti alcunché di terreno” e siamo rimasti di pietra dinnanzi alla lastra di pietra posta a sigillo del sepolcro, là nel giardino ove tutto sembrava fosse terminato. Quella notte, però, sarebbe stata diversa da tutte le altre: la notte della liberazione, la notte della vittoria, in cui Gesù, con la Sua morte, ha calpestato la nostra morte. Accadde qualcosa di straordinario, incomprensibile, in quel sepolcro nuovo, scavato nella roccia, in cui la sindone e il velo portano nei secoli il sigillo di una Luce che ha impresso sul panno in modo inesplicabile un Volto.
          
Diletti fratelli e sorelle in Cristo,
Il Santo Padre Papa Francesco, nel suo Messaggio di Pasqua dello scroso anno diceva: „ Noi cristiani crediamo e sappiamo che la Risurrezione di Cristo è la vera speranza del mondo, e che non delude. Ha il potere del chicco di grano, quello dell’amore che discende e si dona sino alla fine e che rinnova realmente il mondo: „Gesù risorto invia Maria a annunziare ai discepoli e attraverso di loro a tutti che la sua Missione continua attraverso quelli che credono e che accettano la Parola:” Va’ dai Miei fratelli e di’ loro: Salgo al padre Mio o Padre vostro al mio Dio e Dio vostro” (Gv 20,17). Per questo anche noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti (Eb 12,1). Dal diacono Stefano sino ai nostri vescovi greco-cattolici, questa è la nostra Fede. Il loro esempio deve rafforzare anche noi oggi, quando ci prepariamo ad incontrare il Santo Padre Francesco che il 2 Giugno 2019 beatificherà a Blaj i nostri martiri uccisi per odio verso la fede”. „Se il mondo vi odia, sappiate che il mondo ha odiato anche Me prima di voi...Se hanno imprigionato Me, imprigioneranno anche voi... (Gv 15,18-20). È bene che la loro testimonianza sia la guida e la speranza delle nuove generazioni, per rafforzare i tempi rabbuiati che viviamo. Il loro sacrificio, il loro sangue versato per amore per Cristo e per la Chiesa, mette in giusta luce l’importanza del martirio e del sacrificio in una società liquida e permissiva come quella in cui viviamo.
I Vescovi greco-cattolici hanno accettato il martirio, scegliendo la via difficoltosa, ma riconoscendo in questa la voce e la volontà del loro Maestro. Sapevano che la loro Chiesa non sarebbe stata annientata, ma sarebbe durata a dispetto di certi calcoli, macchinazioni e strategie. In questo modo essi hanno assicurato la continuità della Chiesa nel modo più sicuro possibile, essendosi affidati alla Parola di Colui che ci aveva promesso che la vera Chiesa non sarebbe mai stata sconfitta.
          
Diletti fedeli,
La Risurrezione di Cristo è la vera speranza del mondo. Non è un ottimismo privo di senso, ma è la certezza che la morte non ha più l’ultima parola dell’esistenza degli uomini. Esiste qualcosa che va al di là del sepolcro: è la parola della Risurrezione. Accanto alla Santa Madre di Dio e di tutta la Chiesa, riceviamo la luce da Colui che ci suggerisce: „Abbiate coraggio, io ho vinto il mondo!” per condividere con tutti la gioia grande della Sua Risurrezione.
Assieme con sua Eccellenza Claudiu, Vescovo della Curia dell’Arcivescovado maggiore, Vi auguro buone e benedette feste di Pasqua.
          
Cristo è risorto!
Veramente è risorto!
          
† Lucian Cardinale
Arcivescovo e Metropolita
Arcivescovo maggiore
          
Data a Blaj,
Festa della Risurrezione di Nostro Signor gesù Cristo
nell’Anno del Signore 2019
          
Traduzione in italiano: prof. Giuseppe Munarini
+ Mureşan card. Lucian

Per inviare una notizia, si prega di utilizzare questo  formulario.