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Anno: 2021

Evento: La comunità di Padova partecipa alla Solennità di Pentecoste in rito latino

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“Incontro con l’altro” nell’ambito della Tredicina di S. Antonio da parte dei migranti

“Incontro con l’altro” nell’ambito della Tredicina di S. Antonio da parte dei migranti

Padova vive uno dei più intensi momenti dell’anno: la Tredicina di Sant’Antonio.
Le comunità di migranti della Diocesi di Padova si sono incontrate nuovamente quest’anno presso la Basilica di Sant’ Antonio per preparare la grande festa di un santo che è venerato in tutto il mondo.
La festa ha avuto, come di consueto, un intenso momento di preghiera di ringraziamento per l’anno pesantemente provato dalla pandemia con la speranza che ci si avvicini alla fine e una grande invocazione di pace e serenità per tutto il mondo.
La devozione che manifestano i migranti nei confronti di Sant’Antonio è stata presente con le tradizioni e i canti peculiari, ma soprattutto con la loro fede.
Ieri, 06.06.2021, è stata la giornata dei Migranti con la Santa Liturgia,alle ore 12.15, riservata tradizionalmente alle comunità di migranti cattolici che abitano nella provincia di Padova.
I ritmi dei canti dei fedeli hanno sottolineato i ritmi dei cuori di questi popoli nei confronti del Santo. Di conseguenza, nella Basilica sono risuonate diverse lingue animate dalla musica e dai colori segno di una devozione verso il Santo che supera le tradizioni, le culture, i confini: una pluralità di elementi diversi che si riuniscono per comporre un’armonia perfetta.
Per ciò che concerne i migranti, il filo comune antoniano è proprio l’“Incontro con l’altro”.
„Sono passati 800 anni da quando nel 1219, San Francesco incontrò il sultano dell’Egitto a Damietta, e Antonio, allora agostiniano, incontrò i primi cinque frati missionari inviati in Marocco – ha detto mons. Claudio Cipolla, vescovo di Padova. Fu un incontro che gli cambiò la vita: nel 1220 divenne frate e poi andò a sua volta in Marocco e per lui “l’altro” era il mussulmano. L’infedele, secondo la mentalità del tempo, ma nelle sue prediche Sant’Antonio si riferiva al sentimento dell’accoglienza. Alla fine egli stesso, portoghese, era uno straniero quando arrivò con molti altri sulle coste della Sicilia: non l’aveva pianificato lui, ma era frutto della Provvidenza di Dio.
È un nuovo inizio per i cristiani,timorosi, che traggono dal Signore risorto il coraggio di vivere la fede nel Suo nome… E se rimaniamo nello spirito di questa festa, saremo una Chiesa cattolica,fraterna, ospitale, tre condizioni in cui lo Spirito Santo opera: una Chiesa aperta a tutti che parla a tutti, che è compresa da tutti: una Chiesa fraterna in cui ci si rapporta con gli altri come con dei fratelli; una Chiesa ospitaleche accolga gli ospiti in comunione che è un annuncio della fede nel Vangelo al giorno d’oggi.
Nicolae Mal

 

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