Anno: 2020
Evento: Ordinazione di presbiteri presso la cattedrale di Oradea
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NotizieLettera Pastorale per la Festa della Nascita del Signore del 2021Cari fedeli, Cristo nasce, glorificatelo! Dio è con noi: L’Emmanuele è presente nei nostri cuori e nelle nostre famiglie. La festa dell’Incarnazione del Signore ci parla di Dio che si fa uomo per gli uomini e per la salvezza dell’intera umanità, ma ci parla anche di noi. È la storia santa dell’Uomo- Dio che è venuto ad abitare con i Suoi, scendendo dai Cieli santi, per rallegrarsi e piangere accanto ai Suoi fratelli, per parlarci dei cieli, del Padre, del perdono, dell’amore. Per aprirci le porte del Paradiso, con la Sua vita che ha calpestato la morte. In questa santa Notte, illuminati dalla stella dell’Oriente e consolati dalle voci cristalline degli Angeli, i cristiani festeggiano il Messia, il Bambino Divino, il giovane che è adagiato nella mangiatoia. La parola ineffabile ed eterna del Padre Si è rivelata, Si è incarnata, è venuta al mondo dopo essere divenuta bambino, nella povertà della mangiatoia. “Si è fatto veramente uomo, restando veramente Dio». (Catechismo della Chiesa Cattolica, 464). Si chiedeva San Gregorio di Nissa “«Perché la Divinità è discesa in uno stato così basso […] Se l’amore per l’umanità è la caratteristica della natura divina, questo è il motivo per cui l’ha cercata, il motivo della presenza di Dio nell’umanità. La nostra natura umana prostrata aveva bisogno di un medico, l’uomo caduto aveva bisogno di qualcuno che lo elevasse, colui che aveva perduto la sua vita aveva bisogno dell’Autore della vita, colui che si era distaccato dal Regno del bene aveva bisogno di colui che lo riconduce indietro al bene, la luce è necessaria per colui che era rinchiuso nelle tenebre, lo schiavo aveva bisogno del Liberatore, il prigioniero da Colui che difende, l’uomo tenuto sotto il giogo della schiavitù del peccato da Colui che riscatta”. Il mistero dell’Incarnazione del Figlio ci rende conosciuto il Padre, così come ci insegna Sant’Ireneo: “Il Figlio attraverso la sua manifestazione, ci offre la conoscenza del Padre. Di fatto, la conoscenza del Padre viene dalla scoperta del Figlio. Tutto si manifesta per mezzo della Parola. Il Padre è la realtà invisibile del Figlio, come il Figlio è la realtà invisibile del Padre”. Il tempo dell’attesa e della veglia, però, non si è concluso. Il Salvatore viene in ogni momento ad accoglierci per arricchirci con la Sua grazia. Gesù, il Signore, continua a riversare la Grazia della Sua presenza su coloro che credono nella compassione e nella Sua bontà, la Sua manifestazione raggiunge il punto culminante attraverso la chiamata finale, quando ci renderà degni del premio della promessa e della corona dell’eternità. Nei tempi in cui viviamo vediamo nitidamente che la Nascita del Signore ci elargisce una luce del tutto diversa rispetto alle lucentezze illusorie che la società contemporanea ci dà, allettandoci. Gesù Bambino dà una luce santa che si rivela ai cuori dei fedeli. È la luce di Dio fattosi uomo, la luce che illumina la notte della storia e riscalda le anime lungo i millenni. Il cielo discende sulla terra, tutto l’Universo si umanizza, si celebra la prima Liturgia nella mangiatoia di Betlemme “per voi e per molti”, ed a tutta la creazione si rivolge l’invito ad imparare dall’umiltà del Bambino. Con l’accettazione di questa luce, l’uomo si rinnova, sperimenta la vita nuova, tanto differente dalla banalità di una vita esclusivamente materiale, una vita che sgorga dalla presenza di Dio tra gli uomini nella persona di Suo Figlio Gesù di Nazareth. La Nascita del Figlio cambia il calendario ed il corso della storia, è l’avvenimento più importante dello scorrere dell’umanità che è stata resa edotta dal mondo degli astri attraverso la via dei Magi, di cui ci dà testimonianza il Vangelo della Festa. Simbolo dell’umanità che si trova alla ricerca, i Magi dell’Oriente, questi personaggi illustri venuti da luoghi lontani ad adorare il Bambino Santo, hanno creduto, hanno percorso una via lunga e hanno trovato Colui che avevano cercato a Betlemme, si rallegrarono ed offrirono doni preziosi al Re Bambino, umile e celato: “perché abbiamo visto la Sua stella nell’Oriente e siamo venuti ad adorarLo” (Mt 2,2,). Diletti fratelli e sorelle, Il Santo Padre Papa Francesco ci invita ad affrontare la vita in questi tempi di pandemia accanto al Signore. Senza Gesù non esiste Natale. Di conseguenza, dobbiamo porre Lui al centro dell’attenzione, della preghiera e della nostra vita.Il Natale è un nuovo inizio assieme con Gesù. Vivere il Natale significa far posto al Salvatore, riceverLo nella nostra vita, lasciare che Lui ci accompagni nel pellegrinaggio del cuore verso la conversione, per farci mutare il comportamento, l’atteggiamento e la vita. Perché il Regno di Dio è vicino, è qui, è addirittura in mezzo a noi. Natale significa arrestarci, contemplare il Figlio di Dio, secondo l’esempio di San Giuseppe. Papa Francesco ha proclamato l’8 Dicembre 2020 “L’anno di San Giuseppe” con la Lettera Apostolica “Patris corde” (Con cuore di Padre), a 150 anni da quando Papa Pio IX, nel 1870, proclamò San Giuseppe, Patrono della Chiesa Universale. In questa lettera Apostolica si afferma: “Giuseppe è l’uomo mediante il quale Dio si prende cura degli inizi della storia della redenzione. Egli è il vero “miracolo” con cui Dio salva il Bambino e sua madre. Il Cielo interviene fidandosi del coraggio creativo di quest’uomo, che giungendo a Betlemme, e non trovando un alloggio dove Maria possa partorire, sistema una stalla e la riassetta, affinché diventi quanto più possibile un luogo accogliente per il Figlio di Dio che viene nel mondo (cfr. Lc 2,6-7)”. (Patris corde 5) Seguendo l’esempio di San Giuseppe, anche noi siamo chiamati a rafforzare la nostra fede, a capire ed a compiere la volontà di Dio nella nostra vita. Guardando la figura di San Giuseppe, celebriamo la Sacra Famiglia, riflettendo e contemplando la situazione attuale della famiglia cristiana nella vita sociale e nella comunità ecclesiastica. In questo senso Papa Francesco ha dedicato un anno intero alla famiglia, l’anno” Familia Amoris Laetitia (La gioia dell’amore), un momento speciale per una testimonianza sull’amore in seno alla famiglia e per vivere l’amore misericordioso. Sentiamo in modo forte il bisogno di incontrare i nostri fratelli a motivo della pandemia che è stata causa di tante sofferenze, di insicurezza e di isolamento, sconvolgendo le vite di tutti. Più degli aspetti che ci dividono dai nostri fratelli, ci unisce l’amore per coloro che sono alle periferie esistenziali e che battono, come il Salvatore, alle porte chiuse di una società troppo poco preoccupata del bene comune. Come dice il Santo Padre la pandemia”ha fatto sì che comprendiamo l’importanza degli uomini consueti che, lungi dalla luce dei riflettori, esercitano la loro pazienza ogni giorno, spirano la speranza e fanno sì che capiamo l’importanza della responsabilità condivisa”. In questa situazione che preoccupa attraverso la quale passa il nostro Paese e il mondo intero, siamo accanto agli ammalati e trasmettiamo a tutti un messaggio di incoraggiamento: Gesù Vincitore è la speranza nostra! La Chiesa sostiene le autorità dello Stato ed il personale medico con la preghiera, suggerendo ai propri figli di vaccinarsi e di prevenire l’aggravarsi della malattia. I momenti di grande sofferenza che attraversano i nostri fratelli e le nostre sorelle ci inducono a dedicarci ancora di più alla preghiera per i sofferenti, ma anche per coloro che, con la loro missione, espongono la salvezza con devozione e compassione nei confronti dei loro simili. Contemporaneamente, in piena comunione con il Santo Padre Papa Francesco, la Chiesa Romena Unita con Roma Greco-Cattolica ha indicato l’apertura del processo sinodale in occasione della XVI Riunione generale del Sinodo dei Vescovi (17 Ottobre 2021), con il tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. Vi indirizzo in questo senso l’invito paterno di farvi coinvolgere, così che, in seguito alle consultazioni, abbiamo un’immagine del pellegrinaggio comune con gli altri fratelli, con generosità ed umiltà, come ci ha suggerito il Santo Padre con il motto della Visita Apostolica nel nostro Paese nel 2019: “Andiamo assieme”. Assieme con i nostri potremmo attraversare più facilmente le difficoltà della vita e daremo una testimonianza più potente e credibile sulla presenza viva di Cristo, e pregando vicendevolmente ritroveremo il potere di rinnovare le nostri cuori. Cari fedeli La nascita del Bambino nella mangiatoia del “ Bambino dato in dono” è una continua manifestazione del piano di salvezza disposto da Dio. Gesù è il Primo Nato tra una moltitudine di fratelli nati non dalla carne e dal sangue, ma dall’alto ossia per il potere dello Spirito Santo. I panni e la mangiatoia sono i segni della pienezza dell’Incarnazione che ci inviano con il pensiero al Sacrificio di Colui che è stato crocifisso e dato in pasto per la vita eterna, Sant’Agostino in uno dei suoi discorsi afferma: “È Natale. Di chi? Del Signore. Ha anche Lui un giorno di nascita. Sì l’ha anche Lui. Se non avesse avuto una nascita umana, non avrebbe potuto giungere alla rinascita divina: Egli, in realtà, è nato perché noi possiamo rinascere. Sua Madre ha portato Gesù nel Suo seno. Noi portiamoLo nel cuore”. La notizia piena di gioia della Nascita del Messia atteso, giunge a tutti gli uomini per l’intermediazione dei pastori: loro che sono stati i primi a ricevere la Buona Novella, ricevono il Vangelo dagli Angeli, essendo simboli dei pastori che, durante i secoli, pasceranno le pecore nel nome del Pastore Supremo, verso i pascoli della vita. Come scrive in un modo tanto suggestivo il teologo Karl Rahner:”Dio è uscito dolcemente dallo splendore immenso in cui abita come Dio e come Signore ed è venuto da noi. Il silenzio è entrato nella capanna della nostra esistenza ed ha permesso che noi lo vedessimo come uomo. Ha iniziato da dove iniziamo anche noi, completamente povero, minacciato in tutto, bambino e delicato sotto tutti i punti di vista, completamente privo di difesa. Colui che è infinito, il futuro lontano a cui il nostro potere non ha potuto giungere mai, è venuto ad accoglierci, è venuto da noi, è andato con noi sulla via che ci porta a Lui”. Qui è riposta la grandezza del Natale che ci apre [la via] verso Pasqua, una comunione di gratitudine portata dapprima da Dio e poi agli uomini di buona volontà, a quelle anime scelte che accendono e mantengono la speranza in un mondo migliore, più saggio e responsabile del dono che gli è stato affidato dal Creatore. Assieme con S.E. Mons. Cristian, Vescovo Ausiliare, auguriamo a tutti feste Sante e benedette, in salute, grazia e con la celeste benedizione! Il Cardinale LUCIAN Arcivescovo e Metropolita dell’Arcieparchia di Alba Iulia e Făgăraş Arcivescovo Maggiore della Chiesa Romena Unita con Roma, Greco-cattolica Data a Blaj, il 25 Dicembre, Festa della Natività del Signore e Dio e Salvator Nostro Gesù Cristo Nell’Anno del Signore 2021 Traduzione dal romeno di Giuseppe Munarini
+ Cardinal Lucian Mureşan
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