Anno: 2020
Evento: Ordinazione di presbiteri presso la cattedrale di Oradea
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NotizieSua Ecc Mons Virgil Bercea - la successione apostolica europea della dignitàIl vescovo greco-cattolico di Oradea Virgil Bercea è stato eletto vicepresidente della Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea (COMECE) ieri, 23 marzo, nell’ambito dell’Assemblea plenaria che ha avuto luogo a Bruxelles… I Vescovi cattolici hanno eletto nel contempo anche il nuovo presidente del COMECE nella persona del Cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco di Baviera e Frisinga ed altri tre vicepresidenti il cui mandato sarà di tre anni. Che importanza ha questa cosa per l’Europa Unita in generale e per la Romania, non solo quella dei cattolici in particolare. Non possiamo abbozzare, per il momento, un’Europa dei valori sociali che non abbia il coinvolgimento ed il contributo dei cattolici. Il Cristianesimo nella sua essenzialità ossia quello dell’amore per il prossimo, è quello che, grazie a qualche mente illuminata, riesce a pronunciare una parola, sempre nuova, quando vi sono i tavoli in cui si prendono decisioni che appianano le asprezze dei problemi europei. La Commissione degli Episcopati delle Comunità Europee (COMECE) fu istituita nel 1980 e riunisce i delegati delle Conferenze Episcopali Cattoliche che si trovano sul territorio dell’Europa. La Commissione ha un segretariato permanente a Bruxelles. Tra i suoi obiettivi si ascrivono il monitoraggio e l’analisi del processo politico dell’UE, informare i membri della Chiesa Cattolica per ciò che concerne la politica e la legislazione dell’UE, il dialogo con le istituzioni UE, la promozione di una riflessione basata sull’insegnamento sociale della Chiesa Cattolica sui problemi che affronta l’Europa unita. Sua Eccellenza Monsignor Virgil Bercea è nato il 9 dicembre 1957 a Hobic, nel Distretto del Mureş. Ha concluso la Facoltà di Agronomia nell’ambito dell’Istituto di Agronomia di Cluj-Napoca, quindi si è impiegato quale ricercatore al centro di ricerche di Târgu Mureş, fino al 1990. Durante gli studi universitari a Cluj, studiò clandestinamente teologia, poi fu ordinato sacerdote, sempre clandestinamente, il 9 dicembre 1982, dal cardinal Alexandru Todea. Dal 1990 al 1992 si specializzò in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma. Nel 1992, ritornò in Patria ove fu nominato vicario Generale a Blaj e professore di Teologia Dogmatica di Blaj. L’8 settembre 1994, fu consacrato vescovo e nominato ausiliare di Blaj e, dal 6 novembre 1996, è vescovo d’Oradea, dapprima accanto a Sua Eccellenza Vasile Hossu, poi, dall’8 giugno 1997 vescovo eparchiale. Nel 2003, ricevette il titolo di dottore in teologia presso l’Università Urbaniana di Roma. Il vescovo Virgil rappresenta i vescovi cattolici di Romania nell’ambito COMECE dal 2005: dapprima come osservatore e, dal 2007, come membro di diritto ( in base alle informazioni messe a disposizione da p. Eduard Mihai Coşa, segretario generale della Conferenza dei vescovi Cattolici di Romania). Che soffio nuovo viene con il vescovo di Oradea, quali sono gli interessi che porterà a Bruxelles e quali le sue realizzazioni che sono state portate al momento in cui gli è stata offerta quest’importante funzione nell’ambito dei vescovi cattolici europei? Dapprima i suoi colleghi del foro europeo hanno avuto alcuni anni per prepararsi sull’impegno nei problemi che superano i confini della Romania, agli incontri a cui Sua Eccellenza monsignor Virgil Bercea ha portato la parola dei vescovi cattolici romeni. Questi sono stati rappresentati sia quando si trattava di preoccupazioni delle Chiese europee sulla crisi economica sia quando si discuteva dell’azione pastorale, delle persone che avevano lasciato il Paese avito e dipendono ora da un aiuto sociale dei Paesi d’adozione; dei problemi della gioventù -del rispetto dei valori cristiani in generale. Sua Eccellenza parla più lingue straniere, ma soprattutto è un buon conoscitore dell’Esperanto in ciò che concerne la cura per il prossimo, a prescindere dalle convinzioni religiose, politiche o di altra natura, il vescovo di Oradea ha avuto una parola da dire nel forum europeo in cui rappresenta il Paese. Ma prima di muoversi nel contesto europeo, l’uomo Virgil Bercea è quello che ha serbato e moltiplicato i talenti. Offerto a quelli che sono accanto a lui - sia come sacerdote, sia come vescovo, sia come decano della facoltà di Teologia. Per anni, non solo il presule si è diviso, analizzando i grandi problemi presenti, perché essi fossero risolti in tanti fori governativi o analizzati nei Sinodi della Chiesa Greco-Cattolica, ma ha trovato anche il tempo di occuparsi di quelli del microcosmo, avendo cura di verificare i pacchetti con il cibo dei suoi seminaristi, prima delle partenze, di accertarsi delle conoscenze acquisite, verificando anche quello che avevano appreso con un esame, apparentemente banale di musica. Un vescovo per cui il tempo scorre su un proprio asse, rappresenta spesso il Cardinal Lucian Mureşan, capo della Chiesa Greco-Cattolica Unita con Roma, in Patria ed all’estero. Gentile con i colleghi, pronto a dare consigli ai nuovi arrivati sia tra i vescovi sia tra i sacerdoti, rispettoso del passato tragico della Chiesa che lui serve, senza considerarla “da museo”, ma viva, generatrice di identità che offra una linea guida ai contemporanei. Ha una capacità di lavoro straordinario – ecco un’altra qualità peculiare del vescovo di Oradea - uno dei quattro vescovi della città che ha deciso di non tener conto delle regole restrittive del passato, che sentenziano che non ci debbano essere due vescovi nella stessa città. Il suo lavoro tiene sempre conto dell’onestà dell’Ecumenismo, essendo uno dei promotori delle buone relazioni nei confronti dei suoi colleghi di Oradea, ma anche nei confronti dei vescovi di ciascuna Chiesa al di fuori di Oradea e dei loro fedeli. Manifesta attenzione e rispetto verso la cultura – un uomo che ha equilibrio di sé, ma che è generoso con coloro che sono attorno a lui e con i loro progetti, scrivendo prefazioni e facendo stampare libri, organizzando delle attività culturali con i giovani che entrano in seminario per essere non solo sacerdoti. Egli sa leggere ed interpretare la lettera del Vangelo, ma anche servirsi per un collegamento con la vita e con i suoi valori essenziali che sono perenni. È un uomo che può rifiutare in modo disinvolto un’onorificenza per cui altri avrebbero pagato molto, quando considera che si desiderava offrirgliela per pretesto elettorale. Egli fa udire la sua voce, quando i pigri tacciono, sia per i problemi del mondo sia del Paese, sia per le calamità naturali, ma anche nei confronti di quelle private di alcune persone che a causa delle loro disgrazie divengono portavoce di alcuni problemi tipicamente sociali. … L’istituzione - emblema patrocinata dal vescovo Virgil Bercea e che meglio mostra che egli è indifferente nei riguardi dei “colori” che differenziano gli uomini; è la “Caritas” eparchiale di Oradea, promotrice di innumerevoli azioni che hanno insegnato ai concittadini come il volontariato sia un modo normale di vita per un cristiano. Diviso tra migliaia di preoccupazioni, il vescovo di Oradea trascorre il giorno con una mano sulla tastiera del computer, rispondendo a decine di telefonate, a ciascuno che gli telefona e crede di trovare in lui un sollievo. Coordina l’attività pastorale della diaspora con decine di sacerdoti romeni che sostengono la comunità romene in molti Paesi d’Europa. Con una frotta di studenti, inviati a prendere la luce ed a portarla a casa, come succede sin dai tempi della “Scuola di Transilvania” facendo sì che la Romania sia quello che è oggi. Amministra un’Eparchia che risente dei problemi del passato, con rivendicazioni patrimoniali ancora irrisolte... Con le sue visite pastorali e con decine di inviti ad avvenimenti religiosi e laici, che accadono e che sono soprattutto culturali. Con la Croce da portare. Ma che viene portata. Senza uscire da casa prima di aver pregato, affinché la strada sia appianata per molti. Per entrare presso l’altare, verso le cose sante, senza serbare verso qualcuno rancore. Per uscire dall’altare ad occuparsi dei problemi degli uomini, di casa e del continente. Perché la Chiesa non è soltanto un’idea volta l’alto, ma una via per sistemare sin da qui quelli che sono attorno a noi. Saprà/ potrà il Vescovo Virgil Bercea tracciare un nuovo sentiero nella strategia europea del bene sotto il segno del Cattolicesimo? Con l’identità che ha edificato, con la storia greco-cattolica che porta nel suo codice genetico, con collaboratori migliori di quelli che ha avuto sino ad oggi e con un “radar” coerente per i problemi pancontinentali, egli confermerà in modo rapido di rappresentare la successione apostolica europea della dignità di una Chiesa che ha avuto ed ha molte cose da dire anche ora a coloro che cercano la luce sulla terra, fosse anche in modo temporaneo, prima di quella che bramano di avere in cielo i cristiani. Traduzione in italiano: prof. Giuseppe Munarini
Ramona Băluţescu - Oradea Press
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