Anno: 2020
Evento: Ordinazione di presbiteri presso la cattedrale di Oradea
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NotiziePellegrinaggio dei fedeli delle Parrocchie di Vicenza, Padova e Mestre a MedjugorjeGiorni indimenticabili sono stati quelli trascorsi dai fedeli delle parrocchie di Vicenza, Padova e Venezia-Mestre nel pellegrinaggio a Medjugorje, una città della parte occidentale della Bosnia ed Herzegovina, non lontano dalla frontiera con la Croazia (il toponimo significa “tra i monti” e designa l’insediamento geografico della località). La località è divenuta celebre dal 1981 - quando la Vergine Maria apparve sulla collina di Crnica, sul luogo chiamato Podbrdo, a sei giovani: Ivanka Ivankovic, Mirjana Dragicevic, Vicka Ivankovic, Ivan Dragicevic, Ivan Ivankovic e Milka Pavlovic -, da allora la località si è trasformata da villaggio ad uno dei principali luoghi di pellegrinaggio per i fedeli del mondo intero. A Medjugorje vengono cattolici, ma anche ortodossi o protestanti. Milioni di pellegrini assistono ai servizi religiosi officiati nelle diverse lingue, visitano la Collina della Apparizioni (Podbrdo), salgono sul Monte della Croce (Krizevac) o frequentano le diverse comunità religiose. Al gruppo degli organizzatori di Vicenza, sulla via verso il Santuario, si sono aggiunti dei fedeli delle comunità di Padova e di Venezia-Mestre ed alcuni fedeli di San Donà di Piave e di Oderzo. Lungo il viaggio, i fedeli hanno pregato assieme, hanno assistito alla proiezione di film su Medjugorje, hanno intonato canti religiosi. È stata fatta una pausa nei pressi di Trieste, a Trebiciano, ove si è celebrata la Santa e Divina Liturgia in rito bizantino-romeno. Il giorno seguente all’arrivo, il gruppo, accompagnato dalla guida Daniela, si è incontrato ed ha pregato con la veggente Vicka Ivankovic, ha assistito alla Santa Messa ed, alla fine, ha partecipato all’incontro con suor Kornelija. Alcuni fedeli hanno avuto anche la possibilità di incontrarsi con la veggente che è apparsa sempre sorridente e disponibile. Dopo il pranzo, è seguita la Recita del Santo Rosario sul Podbrdo, là dove i veggenti videro per la prima volta la madre di Dio. La collina, formata da sassi appuntiti, è levigata quotidianamente da centinaia, addirittura da migliaia di pellegrini. Tra di loro si trovano persone di diverse nazionalità ed età. I più saldi sulle gambe aiutano i più deboli. Gli anziani, alcuni portatori di handicap, altri con semiparesi, condotti dalla fede, hanno lo stesso scopo: quello di salire presso la Statua della Madre di Dio. Lungo il cammino che conduce alla collina si trovano bassorilievi che rappresentano i Misteri della Gioia e del Dolore, opera dello scultore prof. Carmelo Puzzolo di Firenze, e, una volta giunti in cima, lassù si intravvede la statua di Maria regina della Pace, innalzata e benedetta l’8 settembre 2001. Alla discesa dalla Collina delle Apparizioni il gruppo ha sostato ai piedi della collina ed ha pregato presso la “Croce Azzurra”, dove, dal 4 luglio 1982, si riunisce un gruppo di preghiera. Dopo questa tappa, i pellegrini sono scesi alla Chiesa parrocchiale, dove fino all’ora di cena hanno avuto la possibilità di purificare la loro anima con la Confessione. Era veramente impressionante il fatto che centinaia di persone formassero lunghe file per confessarsi, ma tutto era organizzato molto bene. È seguita la Santa “Liturgia internazionale” e, la sera, alle 21, l’Adorazione eucaristica. Domenica mattina il gruppo si è “imbarcato” nella corriera per fare ritorno in Italia. Durante il viaggio di ritorno, si è celebrata la Divina Liturgia nella chiesa di Sv Iosip (San Giuseppe) in Lički Osik, nei pressi di Gospic, e poi, in questa località si è pranzato. Le testimonianze personali dei fedeli, fatte nel viaggio di ritorno, in corriera. All’inizio timidi, poi incoraggiandosi l’un l’altro, hanno espresso le loro opinioni personali sul pellegrinaggio. Si è sottolineata la “crescita” della fede con una preghiera più intensa, la partecipazione alla Liturgia e l’aiuto dei più deboli etc. Per molti pellegrini, presenti per la prima volta a Medjugorje, il pellegrinaggio ha rappresentato un’esperienza unica, e questi sono ritornati alle loro case più sereni e riappacificati con loro stessi.
Prof. Munarini Giuseppe
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