Anno: 2020
Evento: Ordinazione di presbiteri presso la cattedrale di Oradea
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NotizieSulle orme della misericordia. Il pellegrinaggio delle parrocchie di Villafranca di Verona, Vicenza e Udine a MedjugorjeIl pellegrinaggio è tra i segni che caratterizzano l’Anno della Misericordia, proclamato da Papa Francesco il 13 Marzo 2015. Il pellegrinaggio è un simbolo che ha arricchito la tradizione giubilare e rappresenta l’immagine della via del cammino che ogni persona percorre nella vita. “La stessa vita -sottolinea papa Francesco - è un pellegrinaggio, e “l’essere umano è un pellegrino che percorre una via sino alla meta agognata. E per raggiungere alla Porta Santa a Roma ed in qualsiasi altro luogo, dovrebbe fare, secondo le proprie forze un Pellegrinaggio”. (Misericordiae vultus, n. 14). In questo contesto, i fedeli di diverse parrocchie dell’Italia settentrionale, hanno partecipato al pellegrinaggio a Medjugorje, organizzato dal 30 Settembre al 2 Ottobre 2016. Medjugorje è una località della Bosnia-Herţegovina, divenuta famosa da 35 anni quando sei giovani - Ivanka Ivankovic, Mirjana Dragicevic, Vicka Ivankovic, Ivan Dragicevic, Jakov Colo e Marija Pavlovic -, dal 24 Giugno 1981, hanno iniziato ad avere delle visioni della Santa Vergine Maria. Nei suoi messaggi dati alle veggenti la Madre di Dio esorta i fedeli alla pace, all’amore, alla fede, alla conversione, alla preghiera ed al digiuno. Il pellegrinaggio vuole rispondere all’appello della Santa Vergine per far volgere la vita ed il cuore verso Dio Dalla prima apparizione, risalente al 1981, la Vergine di Medjugorje ha richiamato numerosi fedeli da ogni angolo del mondo, venuti qui alla ricerca della concordia e della pace spirituale. Con gli stessi pensieri è partito anche il nostro gruppo, formato dai parrocchiani di Villafranca di Verona, Vicenza e di Udine. All’arrivo, il primo luogo visitato dai pellegrini è stata la Chiesa di „Sf. Iacob”[San Giacomo], dinnanzi alla quale si trova l’effigie della Regina della Pace. L’altare all’aperto, posto dietro la basilica, permette alle migliaia di fedeli di assistere ai servizi religiosi che si svolgono in diverse lingue, perché possano essere capiti da tutti. Nei confessionali che sono situati nei pressi della Chiesa i fedeli possono dischiudere i loro cuori nel Sacramento della Penitenza, mentre lo spazio preparato dinnanzi alla statua di Gesù Risorto è ideale per il raccoglimento e la preghiera. La „Via Crucis” sul “Monte Calvario” (Krizevac) che come segno di partecipazione alle sofferenze del Salvatore, molti pellegrini lo percorrono scalzi. C’è stata anche la visita alla Comunità delle Suore Missionarie che, attualmente, raccoglie 105 bambini di strada, ha rappresentato della mattina seguente, quella di Sabato I Ottobre. Nel pomeriggio, significativa è stata la testimonianza di Ivo e quella del responsabile della “Comunità di Jahve”. All’alba del 2 Ottobre il gruppo è salito sulla “Collina delle Apparizioni”, luogo in cui la Santa vergine Maria è apparsa la prima volta. Qui i pellegrini hanno recitato il Santo Rosario, dinnanzi ai bassorilievi in cui sono rappresentati i misteri del Rosario. Sulla cima della collina si trovano una statua della Santa Vergine ed un Crocifisso, posti in un luogo destinato alla meditazione, alla preghiera ed al riposo e sulla collina si trova la Croce Azzurra ove è apparsa la Vergine alla veggente Mirijana. Possiamo dire, senza tema di smentita, che Medjugorje è uno spazio rinomato a causa dei miracoli, per cui è diventato un luogo dove l’uomo può incontrare Dio. Ad un simile miracolo ha partecipato anche il nostro gruppo: dopo l’apparizione, una signora coreana, condotta in carrozzina è stata guarita e se n’è andata con le proprie gambe. Molte sono state le testimonianze personali dei fedeli fatte al ritorno in corriera. Come al solito, all’inizio sono stati timidi, ma poi incoraggiati vicendevolmente, hanno espresso le loro opinioni personali concernenti il pellegrinaggio. Siamo sicuri che ciascuno dei partecipanti sia ritornato a casa più tranquillo ed arricchito spiritualmente dopo quest’esperienza. Traduzione in italiano: prof. Giuseppe Munarini P. Raimondo Salanschi
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